Posto che la nostra è una situazione atipica, in quanto l’ospitalità è completamente gratuita ma nel contempo siamo liberi da legami politici, economici, istituzionali, oggi vogliamo raccontare un po’ come si vive a Gradisca.

Osiride Brovedani non aveva nessuna intenzione di creare un’istituzione fredda che fosse luogo di accoglienza, bensì un ambiente di vita in cui crescere insieme, in cui i ragazzi del convitto potessero stimolarsi e sostenersi a vicenda. (Per conoscere tutta la storia della struttura di Gradisca, clicca qui). E il Presidente della Fondazione, Raffaele De Riù, per indole, ha sempre mantenuto questo approccio. Sicché qui si vive come in una grande famiglia. Ci sono gli affetti, gli amici, i legami e anche i piccoli dissapori e magari qualche antipatia, come in ogni famiglia allargata.
Le giornate scorrono cadenzate con regolarità, in quanto l’anziano trova sicurezza in un programma di routine, benché condito da stimoli e sorprese.
Ad esempio: alla mattina, dopo aver fatto colazione tutti assieme in sala da pranzo, gli ospiti scendono in palestra per la quotidiana lezione di ginnastica. Segue caffé nell'”Accademia della Cucina”, che si beve insieme al personale della struttura, poi è prevista un’attività ludica. E non si sa mai cosa aspettarsi dall’operatore di turno! Enigmistica? Lavoretti per il mercatino? Passeggiata in parco?
Va da sé che nessuno è costretto a partecipare: nel salone qualche tavolino resta sempre occupato dagli irriducibili dei giochi con le carte, la postazione al pc è quasi sempre impegnata e la lettura dei quotidiani è indispensabile anche per tenere poi banco con la conversazione al tavolo durante il pranzo.

Siamo sempre attenti ai cambiamenti sociali e strutturali, alle esigenze dei nostri ospiti e al come soddisfarle. È fondamentale per il benessere e la dignità della persona sentire di avere ancora una vita attiva, pregna di senso, e per ciò è necessario impegnarsi anche in piccole attività, in esercizi che mantengono attive le capacità intellettive e operative mentali, il pensiero, la comprensione e il ricordo. Più il cervello funziona, più lavora e meno si rovina, meno si deteriora, proprio come accade con il resto del corpo. In pratica, la mente deve mantenere la sua elasticità grazie a operazioni mentali di confronto, associazione, elaborazione, classificazione, rappresentazione e di memoria. Quest’ultima intesa non come ricordo automatico di una cosa, ma di assimilazione, di collegamento di un dato con altri dati. Siamo avvolti in una rete di informazioni ma anche di persone.

La routine però non deve diventare monotonìa!
Per questo la nostra Fondazione è attiva sul territorio e ospita anche iniziative altrui. Un legame importante si è stabilito negli anni con i bambini e i ragazzi delle scuole di Gradisca e Monfalcone, e con realtà sportive giovanili.
Per esempio, nel mese di aprile abbiamo ospitato un incontro delle “Azzurrine”, una cinquantina di giovani calciatrici molto motivate, e abbiamo anche invitato a cena la nazionale femminile del Belgio (Under16), in città per il Torneo delle Nazioni.
E a maggio, complici le tre nuove stagiste, stanno fiorendo un sacco di nuove attività: addirittura domani si svolgerà “Il Quizzone della Fondazione Brovedani”! Venerdì sarà proiettato invece il film Last Vegas, protagonisti attori attempati, a cui seguirà una chiacchierata informale sul tempo che scorre e come gestire il cambiamento.