“Il vitto datoci era dosato in modo razionale.
Ciononostante, dopo alcuni giorni, la dissenteria colpì quasi tutti gli ex deportati. Abituati al regime senza grassi e vitamine, l’ingestione di questi alimenti non rimase priva di reazione nei loro organismi debilitati.
A molti si gonfiarono le caviglie, altri disturbi più o meno gravi colpirono un po’ tutti.
Intanto i francesi, i belgi e gli olandesi si preparavano a rientrare in patria perché non andavano molto lontano da Belsen. Il 26 arrivarono numerosi autocarri e su questi partirono per Osnabrück. Salutai un russo apolide dimorante in Francia, uno degli uomini migliori da me conosciuti nei Lager.
Finalmente fummo tutti raggruppati in una caserma anche noi italiani. Si attendeva, pieni di speranza, qualche commissione di connazionali, almeno qualche comunicazione per radio, qualche parola di conforto. Invece nulla: eravamo ignorati ancora e sempre.”

Lungo il calvario verso il ritorno alla Vita, quando manca davvero poco, ancora molti muoiono.