Ero una ragazzina, avevo 16 anni ed abitavo a Torino vicino la Grandi Motori della FIAT; quella sembrava una giornata come un’altra, segnata come ormai da tanto tempo, da sofferenza, paura e fame. Diversamente da quelle persone che abitavano in campagna dove in qualche modo si trovava sempre qualcosa da mangiare, chi abitava in città pativa veramente la fame: ricordo che anch’io ero diventata magra magra ….. I bombardamenti aerei sulla città erano frequenti, specialmente sulla zona industriale: la gente scappava nei rifugi  più vicini durante la notte, mentre di giorno noi scappavamo nel cimitero che sembrava più sicuro. Ricordo come fosse ora quel 25 aprile, quella strana emozione che contagiava tutti: davanti al piazzale della fabbrica già al mattino presto si erano ritrovati gruppi sempre più folti di partigiani che confluivano lì da tutte le strade limitrofe. I tedeschi erano in fuga e la gente usciva dalle case per abbracciarsi e respirare di nuovo l’aria della libertà! I partigiani erano quasi tutti giovani, sporchi ed affamati, ma con tanta voglia di vivere! Io ero chiusa in casa, mio padre non mi lasciava uscire perché preoccupato per quanto poteva accadere; al contrario delle mie sorelle io avevo tanta voglia di essere in piazza con gli altri ed in qualche modo, ad un certo punto, mi sono ritrovata a trasportare, insieme ad un’altra donna che conoscevo, una damigiana piena di vino rosso Barbero, offerta ai partigiani dal padrone di un’osteria vicina. Avvicinandomi a loro, ebbi modo di riconoscere alcuni che abitavano nel mio stesso palazzo ma che la guerra li aveva resi quasi irriconoscibili, come fossero “dei vecchi”: diversi di loro nei mesi successivi, per le troppe privazioni non sopravvissero comunque. Ricordo ancora che, ad un certo punto, da una torretta che dominava tutto il piazzale, partirono verso di noi diversi colpi di mitragliatrice: non mi colpirono ma nel fuggi fuggi generale pensai che per me era tempo di rientrare a casa, perché sapevo che i miei mi stavano aspettando. Era stata una giornata veramente speciale, che ricordo ancora come “una cosa bellissima” che mi era accaduta e che percepivo come l’inizio di una nuova vita!!!

        

Melodia di Ferruccia, maggio 2014

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Museo Casa
di Osiride Brovedani

Per scoprire come sono nate la Fondazione e la Casa Albergo gratuita
e tutto ciò che è stato possibile realizzare grazie al signor Fissan e al suo sogno di aiutare il prossimo

i monti harz visti da osiride brovedani

Ricorderò sempre il primo aprile del 1945. Era una giornata radiosa, calda. Si sentiva nell'aria la primavera. I pini, gli abeti e le querce si erano già ricoperti del verde manto di foglie nuove. Lungo i bordi del tracciato erano in fiore le primule e i primi non ti...

Osiride Brovedani e Trieste raccontati da Paolo Mieli. Non mancate!

Due iniziative volte a onorare la memoria di Osiride Brovedani: l’inaugurazione del museo a lui dedicato, e l’incontro pubblico con il giornalista Paolo Mieli per raccontare meglio questa carismatica figura.

Benvenuto al nuovo Consigliere!

La scomparsa del prof. avv. Enzio Volli aveva lasciato un vuoto nel nostro Consiglio di Amministrazione. Nella riunione di fine marzo, quando il Presidente Raffaele De Riù ha proposto il nominativo di Paolo Volli, figlio di Enzio, anch’egli avvocato, tutti i Consiglieri hanno immediatamente approvato la proposta.

Un murale per Osiride, anzi due

Una volta disegnare sui muri era considerato vandalismo, invece oggigiorno il muralismo è considerato una forma d’arte che talvolta – come in questo caso – riveste anche un valore sociale. Innovativi come sempre, abbiamo scelto di dedicare ad Osiride due murales, ad opera dell’artista Mattia Campo dall’Orto.

Un collegio gratuito per imparare a conoscere… sé stessi

Un collegio gratuito per orfani - ben diverso da un orfanotrofio - era il desiderio di Osiride, realizzato dalla moglie con le sue volontà testamentarie. Un luogo in cui i ragazzi potessero imparare la conoscenza sia culturale che di se stessi, scoprendo e sviluppando...

Osiride Brovedani: lo Steve Jobs triestino

Un archetipo entrato nel tessuto culturale dell'ultimo secolo è sicuramente quello del self made man, ovvero l'uomo che si è fatto da solo. Prendiamo ad esempio, Steve Jobs e - per par condicio - Bill Gates, entrambi dei visionari tendenti all'eccellenza, personaggi...

un imprenditore illuminato

Un progetto di vita, la ricchezza come mezzo per la felicità, le relazioni umane. Più che parlare di Brovedani come esperto di marketing, dato che sarebbe fine a se stesso, trattandosi di un modo di affrontare il mercato che riguarda il mondo 70 anni fa, è...

Giochi d’Antan. Giochi di un tempo con sfumature di nostalgia e di rimpianto

Una volta si giocava quasi sempre in strada o nei grandi cortili e ci si divertiva veramente. I ricordi degli ospiti della Casa Albergo, tra risate e filastrocche.

La Fondazione Brovedani e la settima arte

Cinema e cultura Il cinema è entrato nella vita quotidiana, con i suoi personaggi e le citazioni, contribuisce alla costruzione di una cultura e di una società. è anche per questo che, come Fondazione Brovedani, abbiamo deciso di sostenere alcune iniziative legate...

Le frasi celebri di osiride

Sulla statua di Osiride in campo San Giacomo a Trieste c'è scritto "benefattore e filantropo", e quindi spesso i visitatori del nostro museo chiedono come mai invece fosse solito dire che "imprestar porta scalogna". E' stato lo stesso presidente De Riù a dirimere...