Ci stupiamo sempre meno di fronte ai prodigi delle nuove tecnologie, ma qual è la meraviglia di fronte all’ingegno e alla manualità preziosa e paziente di chi sa essere un artista così preciso e minuzioso?
Ci riferiamo a Michele Caldarola, che realizzò il plastico che ripropone, in scala ridotta ma molto precisa, la struttura di Gradisca, che lo ospitò dai primi anni ’90. Il lavoro lo impegnò da mane a sera per due anni, fino all’inaugurazione, avvenuta il 3 maggio 1997, esattamente 20 anni fa.
Per la realizzazione, si avvalse di un lungo studio sui progetti originali degli architetti Celli e Tognon.
Il risultato è incredibilmente realistico, una vera opera di ingegno: le tende vennero realizzate ritagliando le vecchie canottiere a costine, addirittura si riconosce la trama antisdrucciolevole delle rampe d’accesso, riprodotta con i mattoncini Lego, per non parlare del ghiaino disposto ad arte sulle tettoie delle villette a riproporne l’originale pavimentazione. Ogni elemento strutturale è stato realizzato in compensato, colorato e verniciato, persino le X decorative delle pareti delle gallerie di congiunzione. Fino a pochi anni fa, prima di essere trasferito a Trieste, il plastico si trovava nella grande sala soggiorno della struttura di Gradisca, proprio quella che rappresenta, sicché nell’osservarlo si era soggetti ad un gioco di scatole cinesi che induceva a smarrire la concezione spazio-temporale propria.
Michele Caldarola aveva una vera passione per questo hobby: infatti nell’arco di un ventennio riprodusse in scala ridotta e con materiali originali la Rocca di Monfalcone, il Torrione della Campana di Gradisca e il campanile della chiesa di Fogliano.